Cessione del Quinto o l’ Anima al Diavolo
Riguardo le lamentele e i ricorsi presso le Autorità di Vigilanza, la Cessione del Quinto rappresenta la Regina. Eppure questo Prestito, come si dice “non finalizzato”, in quanto viene erogato senza una precisa motivazione o a seguito dell’acquisto di un bene o servizio ha una età ultracentenaria, a parte interventi legislativi successivi, ma senza modificare l’impostazione.
Non tutti i cittadini vi possono accedere. I soggetti destinatari sono Pensionati, Dipendenti Pubblici, Dipendenti di aziende private, e tutti a determinate condizioni. Ma vediamo brevemente cos’è e quali sono i pilastri di questo Prestito.
Uno. Il tetto massimo della rata da rimborsare non deve superare il Quinto della Pensione o Stpendio. Esempio, 1.000 € di pensione, la base di calcolo sono 200 € al mese e poi per i dodici mesi dell’ anno sono 2.400 €.
Due. Siccome la durata non può superare i dieci anni, si comincia a parlare di un importo massimo di 24.000 € (il 2.400 l’anno per dieci anni).
Tre. Il Rimborso di quanto sarà il Prestito avviene mediante un addebito sulla busta paga o pensione. Gestito quindi direttamente dal Datore di lavoro e Ente pensionistico.
Quattro. Il Tasso di Interesse che viene applicato è fisso e le rate costanti, sempre uguali.
Cinque. E’ un Prestito garantito, perchè per legge è assistito da coperture assicurative tipo la morte o la perdita del lavoro.
Tutto sommato sembrerebbe una operazione abbastanza semplice e immune da rischi. E allora perchè i Reclami e i Ricorsi ? Il motivo è che la fascia di cittadini che ricorre a questo Prestito è caratterizzato da un alto tasso di vulnerabilità. Da un lato per certi soggetti, vi è un grosso Gap di conoscenze e per molti altri siamo quasi “alla canna del fucile” ignorando i segnali del proprio super indebitamento. Quindi è gioco facile per Società Finanziarie, Banche, Mediatori Creditizi, non essendoci una “Diga di controllo” sull’operato, addebitare con scarsa trasparenza e in modo eccessivo, importi delle Polizze, istruttoria e balzelli indecifrabili, esosi ricarichi della Rete di Vendita. Per cui quell’importo, portato ad esempio di 24.000 € si dimezza o quasi nelle tasche del cittadino, ma che deve rimborsare completamente.
Come intervenire ? Lo possono fare Banca d’ Italia e OAM (l’ Organo cui sono iscritti i Mediatori Creditizi) ? La Banca d’ Italia si è limitata in questo 2018 a fare delle “Raccomandazioni”. Lo potrebbe fare la Politica. Ma con il Background di coloro che hanno occupato le poltrone del Governo, i Pensionati possono mettersi l’animo in pace.
Non resta quindi al “Malcapitato” di darsi un colpo di ali, svegliarsi e prendere consapevolezza delle proprie capacità.
Com’ è.
C’è da subito una prima azione da fare. Una volta in contatto con un qualsiasi Intermediario Finanziario, il cittadino Deve chiedere se l’eventuale Società che eroga il Prestito ha aderito al Protocollo di intesa con le Associazioni dei Consumatori del 2017. Se quella Società non è nell’ Elenco, và esclusa immediatamente. Soprattutto se l’operazione da fare è un Rinnovo di una Cessione del Quinto. In ballo c’è qualche migliaio di € di Risparmio.
L’altro punto fondamentale, è che il cittadino Deve rivolgersi ad un Consulente Indipendente iscritto allo apposito Albo dei Consulenti Finanziari, che per una “parcella” contenuta sarà in grado di indirizzarlo sul prodotto migliore e a costi inferiori. Successivamente sarà indirizzato a prendere contatti con uno o più Mediatori Creditizi, sempre che abbiano una ampia scelta di Convenzioni con Società specializzate e sempre sotto la supervisione del Consulente Indipendente. Il motivo di ciò, è perchè il Mediatore Creditizio è un Venditore, legato ad obiettivi di vendita, dai quali scaturiscono “Premi” messi a disposizione delle Società erogatrici in concorrenza fra loro.