PER UNA FINANZA SOSTENIBILE

E’ in un alberghetto di Firenze defilato e raccolto, e in ogni anfratto una caterva di libri, che una delle più importanti Banche francesi, specializzata nella gestione dei risparmi, chiama a raccolta i Consulenti. In Francia le Banche che svolgono questa funzione sono oltre 600, quasi tutte francesi. In Italia, la fanno invece da padrone almeno 180 banche estere. Nel r.s.v.p. la durata dell’incontro è indicata in una ora e mezza. Da un pò di tempo, ciò che caratterizza questi incontri è la riduzione del tempo. Prima mezza giornata non bastava. Oggi si cerca di differenziarsi e dare una impronta personalizzata all’incontro, ma la costante generale è una sola: nessuno sà cosa potrà accadere. Si naviga  a vista. E quindi esporsi il meno possibile in previsioni.

L’unica certezza, la Recessione. Si scommette sul Default di alcuni Paesi. L’ Italia in testa.

E veniamo alla nostra Banca francese che tenendo fede alla propria identità nazionale imposta l’incontro in un misto di lingua franco-italiano. Anzi, tengono a precisare, che per i Gestori che operano sulla piazza di Londra, la lingua da adoperare è esclusivamente il francese. E’ presente il Gestore di punta, venuto appositamente da Parigi e la sceneggiatura è quella della intervista da parte del responsabile della sede Italiana. Ciò che distingue la Banca dagli altri competitors sono due peculiarità:                                                                                                                                la rotazione del Portafoglio, che generalmente in media è di 150 volte l’anno, vale a dire i Titoli all’interno di un Fondo o Sicav vengono acquistati e venduti per 150 volte; mentre la Banca in questione ha una rotazione di 70 volte in tre anni. Quindi investimenti di lungo termine nelle società quotate , e non “un mordi e fuggi;                                                         l’altro caposaldo cui poggia il lavoro della Banca nella gestione dei risparmi è quello di basarsi sui criteri ESG. Un vero e proprio staff dedicato, con un  Modello Proprietario, affianca tutti i Gestori nello impegno estrafinanziario. Pertanto la Banca muove le proprie masse e risorse acquistando Titoli di quelle Società che rispondono ai criteri ESG, vale a dire con una spiccata sensibilità verso l’ Ambiente, i Diritti Umani, il Rispetto della Legge.      

Altro elemento caratterizzante della Banca è quello di stare fuori dal mercato dei Titoli di Stato, in quanto lo Stato è visto come un soggetto non efficiente, indebitato (vedi Italia) e pertanto pericoloso per gli investimenti e i Risparmiatori. A parte l’approccio ESG, già visto, viene evidenziato un confronto maniacale con i Manager delle Imprese nelle quali investire, per capire a fondo l’Azienda e avere i mezzi per affrontare in anticipo le oscillazioni dei Mercati. In una visione del genere viene dato risalto alla qualità dell’ Equity e Corporate Bond a scapito dell’ Asset Allocation. Per cui anche lo studio della macro economia ai fini degli investimenti è piuttosto marginale e recente. Sull’argomento riconoscono di essere stati colti di sorpresa dal rialzo azionario di quest’anno considerato che i segnali erano poco incoraggianti  per la decelerazione del comparto manufatturiero più esposto e sensibile all’export. Più positiva invece la visioe sui servizi, in particolare la Germania perchè lo sviluppo dipende dai consumi domestici. Non aiuta la guerra commerciale (USA / CINA), e per la Banca francese le prime vittime saranno i consumatori americani e le aziende per il “caro” acciaio. Anche Brexit è motivo di preoccupazione e stanno crescendo le possibilità di un secondo Referendum.

In generale considerando che i tassi saranno bassi per lungo tempo, tanto vale accettare il rischio azionario. I segnali che vengono dall’ America sono tutti positivi, il pil al 3,50 %, la posizione della FED più accomodante, la bassa disoccupazione. L’inflazioe salariale è attorno al 3 %, quindi contenuta. Certo se dovesse salire al 4 % la FED potrebbe aumentare i Tassi. Anche in Europa le cose non vanno così male, anche se trascurata dagli investitori globali. E se vogliamo considerare un parametro, quello della Capitalizzazione di Borsa fratto gli Utili si ha rispetto al 2017 un valore meno costoso del 15 % sulla media storica.         

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