DILUVIO UNIVERSALE
Il tema che molte Banche di Investimento stanno ponendo alla attenzione della Comunità internazionale riguarda il “Cambiamento Climatico” e le conseguenze che ne derivano, impattando in modo negativo sugli stessi Asset Finanziari, come già approfondito in un Post precedente.
“Cambiamento” che si è manifestato in questi giorni sull’ intero Paese. E un Blog che si occupa di Educazione, non può, non richiamare l’attenzione, almeno per quel che riguarda il Retail su questo argomento.
La giornata di apprensione di Domenica 17 Novembre, per chi vive nella Valle dell’ Arno e che ha già vissuto i momenti drammatici dell’ Alluvione del 1966, fà riflettere non poco su queste calamità. Dalla Alluvione del 1966 contro la furia dell’ Arno sono state fatte opere importanti: il Lago di Bilancino, il Bacino di Roffia e lo Scolmatore di Pontedera. Su questa realizzazione è bene spendere due parole. Ha salvato Pisa ed è costata a suo tempo dieci Miliardi di LIRE; ribadiamo LIRE, che oggi sarebbero circa Cinque MILIONI di EURO. Mentre il MOSE, quella inutile carcassa che stà affondando Venezia costa oltre CINQUE MILIARDI DI EURO. Ma lì, l’opera era solo per inzeppare le tasche del Partito al potere in Veneto da decenni. A tale riguardo la responsabilità dei cittadini veneti è pari a chi li ha derubati e messi sott’acqua.
Senza queste Opere il 17 Novembre sarebbe stato un giorno molto peggiore del lontano 4 Novembre 1966, perchè l’assetto urbano e demografico è molto mutato rispetto ad allora. Là dove c’erano l’erba e i campi, ora ci sono aree industriali e nuovi insediamenti cittadini.
E allora da dove viene il pericolo maggiore ? Io direi, come il Retail non ha al momento una precisa visione dei propri bisogni e esigenze; così il cittadino in generale non ha una chiara percezione di fenomeni “lontani” come l’aumento di emissioni di CO2, il surriscaldamento terrestre, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento dei mari. E le conseguenze si vedono oggi. Fiumi in piena, alluvioni, allagamenti, distruzione.
Purtroppo molti soggetti ai quali i cittadini affidano le leve del potere non ritengono opportuno riconoscere queste nuove calamità, perchè gli “interventi non si vedono” se non quando avviene la catastrofe ed il cittadino è colpito personalmente. Per invertire questa tendenza, l’unico modo è fare opera di pressione nei confronti degli eletti, siano essi Consiglieri Comunali o Regionali, affinchè presentino Ordini del Giorno sul riconoscimento reale del “Cambiamento Climatico” e con le misure oramai improrogabili da intraprendere. E stabilire le risorse al pari di quanto viene destinato per il lavoro, la sanità, le pensioni, l’istruzione e la cultura.
In alternativa, a fronte di un rifiuto a riconoscere l’alterazione delle stagioni si accetti la Responsabilità di fronte i morti, lo sventramento delle case, la perdita dei beni personali.