Commissione Banche Casini – 2° parte
La Commissione Casini sul Sistema Bancario si è conclusa con più Relazioni; una di maggioranza e tre delle minoranze. Tanto per capirci, alla relazione Governativa, hanno fatto sponda una di Berlusconi e compari, una di Beppe Grillo e una riconducibile a Massimo D’Alema (mai domo, sempre immortale).
Vale rammentare, l’oggetto principale cui la Commissione doveva occuparsi: ” gli effetti sul Sistema Bancario Italiano, della crisi finanziaria globale e le conseguenze dell’aggravamento del Debito Sovrano. La gestione degli istituti bancari che sono rimasti coinvolti in situazioni di crisi o di dissesto e sono stati destinatari anche in forma indiretta, di Risorse Pubbliche o sono stati posti in Risoluzione “.
Gli scopi e gli intendimenti, che doveva raggiungere questa Commissione, non sono ben chiari. Le malformazioni del sistema bancario ci sono sempre state e da lunga data, a prescindere dalla presenza di una qualsiasi crisi finanziaria, basti pensare alle ricorrenti “guerre finanziarie” di decenni fà. E l’aiuto di Stato è sempre avvenuto. Quindi al di là della sostanziosa lettura dell’oggetto, l’impressione è che i Parlamentari siano stati costretti ad incartarsi su temi avulsi dalla realtà.
Il circoscrivere l’ambito temporale agli ultimi fatti, mossi anche dalla emotività del Retail, o collegarli a fattori esterni, credo abbia giovato poco al risultato. Cosa vuol dire iniziare la disamina dagli ultimi crack e usare un criterio metodologico comune. Se c’è un obiettivo comune sopra le parti, nello interesse del cittadino e del Risparmiatore, pur sapendo che “non fù mai banchetto, che qualcuno un desinasse male”, l’unico metodo comune sarebbe stato quello di una Relazione unitaria. Purtroppo anche nelle tre Relazioni delle minoranze si è pestato forte come l’aver sotto ” il ceppo del battuto, che le busca sempre”; ma come vedremo successivamente, con parole, opere e omissioni si sono manifestate come fanno tutti gli uomini, simili ” ai tegoli, che si danno da bere uno all’altro”.
Per onore di logica partiamo dalla Relazione di maggioranza, nella quale è da rilevare un contenuto come si suol dire “sulle righe”, molto diplomatica per accontentare tutte le anime e sensibilità delle varie componenti governative. Per cui certi aspetti risultano trattati in modo parziale, superficiale, talvolta inutile. Semmai, nota positiva, l’ esame delle ultime vicende di sette Banche, ha consentito una rinfrescata sulle rispettive crisi e definizioni, visto che i misfatti, le truffe, la mala gestione sono ricorrenti e comuni a tutte e sette le Banche. Bello un termine usato: “SHORFALL”, altro da intendersi che Deficit. Questo Casini o chi per lui nè sà più di Belfagor (anche se al Retail ciò non interessa affatto).
A disposizione della Commissione vi è stata una lunga passarella dei “Migliori” nei più svariati campi e settori; fatta eccezione dell’ ex Ministro Tremonti che ha declinato l’invito, a far intendere che non avrebbe perso il suo tempo in queste beghe. Fra le varie voci che si è rivelata più interessante è stata quella di Visco di Bankitalia per avere ricordato alcuni valori in cui si era impantanata l’ Italia nel periodo 2007 – 2013:
un calo del PIL del 9 %; della produzione industriale del 25 %; degli investimenti del 30 %; delle costruzioni (fino al 2015 del 40 %.
che lo abbia fatto per sviare l’attenzione sull’ operato di Bankitalia è possibile visto che si è adeguato al tormentone della crisi finanziaria americana del 2007, che con la ventata di Recessione avrebbe danneggiato le Banche italiane. Le Banche venete, dopo, perchè in Veneto la recessione ha colpito più tardi ( ma l’ Antonveneta che già prima di questo fatidico 2007 era già un colabrodo ?).
Quindi la relazione di Maggioranza fà la microstoria, una per una della crisi di queste sette Banche. Il quadro che emerge dà l’impressione che più di una Commissione sul Sistema Bancario, sembra siano i lavori di una Commissione sulla criminalità e mafia.
E veniamo ai due punti salienti: quello di individuare eventuali responsabilità e quello di individuare delle forme di intervento dove la normativa è molto latente. Sul caos creato dalle Banche, vi sono due Istituzioni che avrebbero dovuto vigilare (a parte alcune Banche cosidette “significative”, passate dal 2014 sotto il controllo del SSM): Banca di Italia e Consob. Nella Relazione si puntualizza come nell’ultimo decennio l’attività di vigilanza sia stata “poco efficace”. Bankitalia a sua discolpa, rivendica una mancanza di “Poteri” che invece ha la Consob, che a quanto sembra se ne è guardata ad utilizzare. Ora detto fra noi, con un esercito di 7.000 soldati che guadagnano 90.000 € l’anno ciascuno a Bankitalia si potrebbe chiedere un pò di più.
Per la Consob, come quasi tutte le Banche è un organo politico; e quel Vegas che è stato reggente nel periodo preso in esame dalla Commissione, ne ha fatte di cotte e di crude. Senza stare qui a sottilizzare, ci soffermiamo sui famosi “scenari probabilistici” sui quali sono state fatte tante “strumentalizzazioni”; ma mai quanti approfondimenti avrebbe richiesto la loro importanza, che solo un Consulente Finanziario serio, è in grado di capire e spiegare bene e semplice al Retail. In fin dei conti la nomina di questo personaggio, avvenne quando ancora aveva le manine calde per avere votato la fiducia al governo Berlusconi.
In realtà fra i due organismi, più di una insufficiente collaborazione, vi è un sano “odio reciproco”.
E veniamo finalmente alle Proposte che secondo la Relazione di Mggioranza dovrebbero essere risolutive a tutte queste crisi:
- maggiore collaborazione fra le autorità di controllo adottando una vigilanza per finalità, scomodando anche la serie televisiva Twin Peaks,
- niente porte girevoli, legame con l’Europa, aumentare le competenze del Board, conflitto di interessi, non accendere prestiti agli amministratori, istituire un Ente Pubblico per gestire le sofferenze, semplificazione dei Prospetti Informativi, separazione fra attività bancaria e finanziaria, procura distrettuale. Ecc. Ecc. Ecc.
Tutte indicazioni senz’altro condivisibili, più o meno in comune con le altre Relazioni, anche se formulate attraverso analisi un pò diverse e impepate. La relazione giunge al termine. Anzi NO. C’è un ultimo paragrafo che recita nel Titolo, – Adozione di misure di promozione della Educazione Fiananziaria – che sarebbero queste: “nessuna informazione tecnica, nessuno prospetto informativo, potrà mai garantire una scelta consapevole da parte dello investitore e del Risparmiatore, se questi non possiede un bagaglio minimo di Educazione Finanziaria che permetta di apprezzare il grado di rischio di un prodotto approfondito”. Ma che cavolo voglia dire quest’ultima espressione ! Di fatto l’argomento più importante liquidato in sei righe contorte. Argomento che doveva essere trattato al primo posto. Perchè il “Problema” è tutto qui. E’ facile per le Banche avere a che fare con una massa di analfabeti. Ma se il Cittadino, il Risparmiatore, il Retail avessero l’opportunità di un minimo di Educazione Finanziaria cesserebbero di “stare con il culo alla finestra” e si avrebbero minori ingerenze politiche, minori truffe, minori malversazioni, minori cattive gestioni.
Quindi Boh ! Almeno da questa Relazione di maggioranza, sul risultato della Commissione, a chi aveva sentenziato che “sarebbe stato un organo fatto di propaganda e demagogia” non possiamo che dare ragione. Giudizio a questa relazione ? A parte lo stile, la costruzione grammaticale per certi aspetti burocratica e leziosa nell’aver fatto probabilmente ricorso a mani di fini esperti di tecnica bancaria, l’ impressione è come: “l’aver dato il concio alle colonne”.